Dopo la pubblicazione di “Gocce”, Subaru torna con un singolo pop, costruito su sonorità funk, dance e disco, che non perde di vista il messaggio e la valenza sociale che caratterizza tutti i suoi progetti. “Apri gli occhi” è un brano adatto a qualsiasi situazione, potenzialmente ballabile, che ha come obiettivo essere compreso da tutti.
“Interpretiamo tutto ciò che percepiamo in base alla nostra visione, sta a noi scegliere se aprire gli occhi o tenerli chiusi, ammesso che siamo capaci di scegliere”
Rispetto a “Gocce”, “Apri gli occhi” è un brano molto diverso soprattutto per quanto riguarda le sonorità. Da dove nasce questa necessità di cambiare?
In verità non c’è stata nessuna necessità di cambiare, una delle mie maggiori aspirazioni in ambito musicale è di raggiungere una competenza e uno status che mi permettano di scrivere e pubblicare brani anche molto diversi tra loro. Un giorno vorrei potermi svegliare e fare un pezzo trap, il giorno dopo pop, il giorno dopo ancora drum & bass e così via. Vorrei poter spaziare tra temi, generi, sound e stili, insomma diventare un “artista versatile”. Gocce e Apri gli occhi sono certamente due brani molto diversi, ma ugualmente rappresentativi di lati diversi della mia personalità.
Ti capita di cestinare dei pezzi oppure tutto ciò che scrivi viene poi pubblicato?
Scrivo veramente troppe cose per pubblicare tutto. Ho le note del telefono intasate da rime, flussi di coscienza, concept, brani terminati e brani che forse non chiuderò mai; sono uno di quelli che “scrive sempre”, nel senso che ho sempre qualcosa che mi gira per la testa e posso trovare una cosa da scrivere in qualunque momento della giornata, difatti mi fermo subito quando trovo qualcosa di interessante e me lo segno. A volte le cose che cestino possono essere di ispirazione per brani nuovi, a volte invece sono solo sfoghi momentanei in cui poi non mi ritrovo più col passare del tempo.
Quali sono i tuoi interessi escludendo ovviamente la musica in tutti i suoi aspetti?
Beh studio psicologia, la mente umana e il suo funzionamento mi hanno sempre affascinato, mi informo sia studiandola all’università sia leggendo libri a riguardo nel tempo libero. Sicuramente la passione che mi accompagna da più tempo è quella per i videogiochi, specialmente se competitivi, poi c’è la letteratura, sia in versi che in prosa e per ultima direi la cucina, che ho appreso condividendola con mia madre. In generale sono una persona molto curiosa e mi annoio facilmente ripetendomi, quindi ce ne sarebbero sicuramente altre decine da citare, ma direi che questa potrebbe essere la mia top 4, escludendo la musica.
Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato di abbandonare tutto?
La scrittura? Mai. Non ho scelto io di scrivere, “la penna ha scelto me”, è successo per caso un giorno a scuola alle medie e non ho mai smesso di scrivere. È una cosa che amo fare, ma non una di quelle che richiede sforzo, certamente c’è dell’impegno ma viene da sé. Ho scritto per almeno una decina d’anni senza pubblicare nulla, anche se dovessi fallire nel mio percorso musicale sono convinto che continuerei almeno per me stesso e per le persone che mi sono più vicine.
La musica? Troppo presto per dirlo, ora vi direi assolutamente no, sono fortemente intenzionato a continuare questo percorso, ma è anche vero che è passato solo qualche anno da quando ho iniziato a rappare in camera mia e poco più di un anno dalla mia prima pubblicazione.
Hai già delle idee per progetti futuri?
Fin troppe, al momento sto chiudendo dei singoli che usciranno nei prossimi mesi. Poi ho sempre idee di canzoni che mi girano in testa; se parliamo di progetti più grossi ho sicuramente delle idee ma non le ho sviluppate benissimo anche perché non mi sembra ancora il momento di fare questo salto. Ci sarebbe un EP quasi pronto che ho scritto nel giro di poco più di un anno, ma non so se vedrà mai la luce, forse in una veste diversa da un EP, ma sono ancora indeciso.